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Francesco
Sforza Figlio illegittimo di Muzio Attendolo Sforza e di Lucia da Terzano, Francesco passò la sua infanzia a Firenze e presso la corte ferrarese di Niccolò III d'Este. All'età di undici anni (dicembre 1412), venne creato conte di Tricarico da re Ladislao I di Napoli e quindi armato cavaliere. Il 23 ottobre del 1418 a Rossano sposò Polissena Ruffo, una nobile calabrese del ramo di Montalto che portò in dote i territori di Paola, il principato di Rossano, Calimera, Caccuri, Montaldo, Policastro e altri feudi. Dal 1419 combatté a fianco del padre acquisendo fama di valoroso condottiero. Rientrato a Napoli in seguito alla morte del padre, avvenuta a Pescara nel 1424, conobbe Guido Torelli, condottiero al servizio del Ducato di Milano, che lo convinse a seguirlo e durante la battaglia di L'Aquila, il 2 giugno 1424 ebbe la meglio su Braccio da Montone. Con queste credenziali entrò al servizio di Filippo Maria Visconti (1425) con l'impegno a combattere contro Firenze per la conquista di Forlì al comando di 1500 cavalieri e 300 fanti. Ma i rapporti fra lo Sforza e il Visconti furono fin dall'inizio piuttosto burrascosi, perché il duca, pur avendone bisogno, mal sopportava la forte personalità del condottiero. Dopo alcune battaglie vittoriose, lo Sforza conobbe l'onta della ritirata nella battaglia di Maclodio e perciò fu relegato a Mortara dove rimase dal 1428 a 1429 in attesa di rientrare nei favori del lunatico duca. Nel 1430, volgendo al termine il contratto di condotta, Filippo Maria lasciò lo Sforza libero di recarsi a Lucca per combattere contro i fiorentini; questi ultimi tentarono però subito di offrirgli un ingaggio. Negli anni 1433-1435, Francesco Sforza guidò l'assalto milanese contro lo Stato della Chiesa, ma quando ebbe presa Ancona, cambiò posizione, ottenendo il titolo di vicario della città direttamente da papa Eugenio IV, nonostante i cardinali Cusano e Scarampi si opponessero a questa nomina. Tra il 1436 e il 1439 fu al servizio di Firenze e di Venezia. Nel 1440 lo Sforza, privato nel Regno di Napoli dei suoi feudi, occupati da Alfonso I di Napoli, dovette riconciliarsi col Visconti, che nel frattempo subiva i ricatti inaccettabili del suo nuovo condottiero Niccolò Piccinino. L'anno seguente si alleò con Renato d'Angiò, pretendente al trono di Napoli e avversario di Alfonso d'Aragona. Francesco si mosse verso il Meridione d'Italia, ma subì alcuni rovesci militari; si rivolse quindi contro Niccolò Piccinino, che da tempo aveva occupato i suoi territori in Romagna e Marche, lo sconfisse, grazie anche all'aiuto di Venezia e di Sigismondo Pandolfo Malatesta (che aveva sposato una figlia illegittima di Francesco, Polissena), e poté rientrare a Milano. Lo Sforza successivamente combatté anche contro il figlio del Piccinino, Francesco che sconfisse nella battaglia di Montolmo (1444) |
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